È da qualche mese che parliamo dell’importanza della digitalizzazione e del nuovo ruolo che il web assumerà nel futuro post covid che, speriamo, di vivere presto. Gli indicatori dell’economia italiana sono positivi, la crescita c’è e, anche se possiamo definire i dati di quest’anno un rimbalzo, la stiamo vivendo giorno dopo giorno. Ma la sfida non si giocherà solo nel breve periodo, ma anche negli anni che verranno. Infatti si stima un tasso di crescita importante sia nel 2022, sia nel 2023, e noi, tutti noi, dobbiamo essere pronti ad affrontare la sfida.
In questi mesi abbiamo iniziato ad analizzare la trasformazione del retail e dei servizi, le nuove opportunità che il digitale, ampiamente usato durante la pandemia soprattutto con l’e-commerce, sta offrendo, abbiamo scoperto come il negozio stia sempre più diventando ibrido, abbiamo analizzato le strategie di neuromarketing e come queste possono aiutarci, e vi abbiamo presentato analisi approfondite sul cambiamento repentino che sta investendo i negozi e i servizi del terziario.
Oggi vogliamo analizzare in maniera più approfondita quali sono gli strumenti del digitale con i quali dobbiamo imparare a prendere confidenza per il lavoro nel futuro.
La pandemia passerà, ma la trasformazione che ha generato nel mondo sociale e lavorativo rimarrà. Il lockdown ha imposto un ripensamento radicale nel rapporto tra impresa e cliente, sono cambiate le abitudini, i modelli di consumo, le catene del valore e i canali d’acquisto. Le aziende sono chiamate a ripensare i propri processi, prodotti e servizi in chiave online, e diventa fondamentale digitalizzarsi per poter coinvolgere i clienti, potenziali o consolidati, attraverso nuovi contenuti, nuovi canali e nuove modalità operative.
Non dobbiamo sbagliare nel considerare il nostro business “non digitale”. Oggi tutti lavoriamo nel digitale, la nostra quotidianità è immersa nei software, nel web, nei social, nelle comunicazioni via mail o attraverso client di messaggistica. Anche le ricerche di mercato che ci presentano i nostri fornitori e agenti sono realizzate attraverso un’analisi digitale delle preferenze d’acquisto. In questo nuovo contesto cambiano le strategie di marketing, non più basate solo sull’advertising tradizionale, ma dovranno essere necessariamente integrate col digitale.
Il marketing in un mondo digitale è molto diverso da quello fisico, con caratteristiche che impattano su tutte le dinamiche di un’azienda, indipendentemente dal fatto di avere un prodotto fisico o digitale. Non dobbiamo scordarci che, nell’ultimo anno, l’e-commerce è cresciuto notevolmente, avvicinando nuovi consumatori all’acquisto nei canali web. Le previsioni sui trend dei prossimi anni evidenziano una crescita che permetterà al web di raggiungere in soli tre anni i risultati stimati precedentemente in dieci.
Lo scenario di base nel quale sta avvenendo questa piccola rivoluzione vede il nostro Paese ancora indietro rispetto ad altre realtà, anche se nel 2020 e 2021 abbiamo assistito a un aumento dell’uso del digitale.
Gianluca Stamerra, regional director di godaddy per italia, spagna e francia, osserva: l’analisi condotta sulle micro imprese durante il periodo di emergenza sanitaria mostra che solo pochi casi virtuosi (10%) hanno attivato investimenti significativi durante il periodo di lockdown. allo stesso tempo, il fatto che il 63% delle piccole aziende riesca a generare meno di 500 visite mensili sul proprio sito web dimostra che esiste un enorme potenziale di miglioramento: ossia adottare strumenti per migliorare la visibilità dei loro siti vetrina, al fine di essere trovati su internet e supportare efficacemente il business. (PMI digital index 2020 godaddy)
Bisogna assolutamente invertire questa tendenza, le Pmi devono necessariamente diventare più digitali e imparare a usare almeno i servizi di base che il web offre, come le campagne marketing sui social, aumentare la visibilità online e creare la propria vetrina digitale, necessaria per raggiungere più clienti.
Questi servizi si traducono negli strumenti tipici del digitale, come i siti web, i social e le e-mail. Dobbiamo imparare a padroneggiare questi strumenti, creare la presenza online, attraverso un sito e una pagina sui social, curare la nostra presenza online utilizzando servizi come Google my Business, coltivare la relazione con i clienti utilizzando ad esempio un sistema di e-mail marketing, fidelizzando quelli già esistenti e cercando di acquisirne di nuovi.
Noi di ebter lo sappiamo bene, la transazione digitale delle Pmi non sarà un percorso facile, e molti operatori del terziario potrebbero sentirsi inadeguati a questa nuova sfida. Il nostro ente è sempre a disposizione per consigliarvi e farvi conoscere le soluzioni migliori per accrescere il vostro business.