È una situazione che si ripete ogni estate, con l’arrivo della bella stagione, e delle ferie, aumenta la richiesta di lavoratori stagionali. E come ogni anno il reclutamento di questi lavoratori è complicato, per diversi motivi, che vanno dallo scarseggiare di figure professionali già formate alla paura di non avere un contratto regolare o di turni di lavoro molto lunghi e stancanti.

 

È anche vero che le difficoltà di reclutamento dei lavoratori nel terziario non riguardano più solo il periodo estivo ma è una tendenza che si sta affermando durante tutto l’anno. I motivi di questo “rifiuto” possono essere ricercati in un trittico che racchiude la difficoltà nel trovare personale specializzato e no, negli orari e giorni di lavoro e nella retribuzione.

 

Carenza della domanda:

Sembra paradossale, ma, soprattutto nel settore terziario e dei servizi, c’è un’enorme carenza di domanda di lavoro, a fronte di un’offerta che continua a aumentare. La carenza della domanda dobbiamo leggerla sotto due punti di vista: la carenza di personale qualificato e formato, che spesso ha già un’occupazione stabile e la difficoltà nel reclutare personale generico da formare, che spesso non accetta il trattamento economico o la formazione stessa. 

 

Orari di lavoro:

Non neghiamolo, lavoriamo nei servizi, nel terziario, noi lavoriamo per il pubblico e non abbiamo gli stessi orari di una azienda. Il nostro lavoro si sviluppa quando la maggior parte delle persone è libera o è in ferie, perciò durante tutto l’arco della giornata, la notte e i week end, oltre che nei periodi convenzionali per le ferie. E questa possibilità di dover lavorare per il divertimento o la comodità altrui contribuisce a generare molte rinunce. 

 

La retribuzione:

È forse la parte più discussa quando si parla di lavoro nei servizi; infatti la giusta retribuzione oraria per queste tipologie di mansioni è sempre stata argomento di critiche. Il problema sorge quando non viene applicato un contratto collettivo, o peggio ancora quando il lavoratore non è assunto regolarmente. La retribuzione dipende sempre dalla mansione e non solo dall’esperienza del lavoratore. Sembra un problema senza uscita, il nostro consiglio è di attenersi ai CCNL, rispettando la retribuzione prevista da questi e spiegare al collaboratore come si compone la sua retribuzione. 

 

Tutte queste problematiche contribuiscono a creare una grande crisi per quel che riguarda il reclutamento, ma anche per quel che riguarda la ricerca di lavoro. Infatti il sempre più crescente clima di sfiducia sta iniziando a creare una situazione paradossale, dove da una parte le attività sono costrette a ridimensionare orari e turni di lavoro per mancanza di collaboratori, e dall’altra vediamo un tasso di disoccupazione salire, o comunque non calare. Molti attribuiscono la colpa di questa crisi alla diffusione del reddito di cittadinanza, e probabilmente in certi casi lo è, ma il problema fondamentale è che il settore dei servizi non è più appetibile.

 

Sembra quasi non esserci soluzione; in realtà la strada che dobbiamo percorrere è duplice: da una parte dobbiamo costruire o ricostruire la reputazione del nostro settore e delle nostre attività, e dall’altra dobbiamo mettere al centro i nostri collaboratori, in modo che possano diventare sempre più parte dell’attività. 

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare su entrambe le direttive, costruendo, attraverso la giusta promozione e i giusti feedback la nostra reputazione, e accrescendola, e offrire ai nostri collaboratori sicurezza e chiarezza contrattuale, oltre a formali e stimolarli costantemente.

 

Noi di Ebter Abruzzo siamo pronti per affrontare questa sfida, offrendo tutto il supporto e i consigli che possiamo ai nostri associati.