Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

Haruki Murakami

Questa citazione, estratta da Kafka sulla spiaggia, può sintetizzare quello che sta succedendo in questo periodo in Italia. Come sappiamo, dovremo convivere con l’incertezza che la pandemia comporta ancora per qualche tempo, anche se grazie alla campagna vaccinale si riesce a intravedere la luce fuori dal tunnel. 

Questo periodo ha messo in ginocchio interi comparti produttivi, ha causato la chiusura di molte attività e ha fatto perdere miliardi di euro di consumi. Ma, una cosa che accomuna i lavoratori italiani è la capacità di adeguarsi alle sfide del mercato e imparare dalle situazioni difficili, prendendone la parte migliore.

Come ci dice Murakami, quando usciremo dalla tempesta non saremo più del tutto noi, questo periodo di sicuro ci ha mutato profondamente e, come ha mutato la nostra persona, ha mutato o muterà anche la nostra attività commerciale. 

In questo ultimo anno infatti, nonostante il calo generalizzato degli acquisti, ci sono stati dei settori che hanno fatto registrare un forte incremento, quali il food e il commercio online. Questa situazione ha comportato anche la nascita di un nuovo tipo di consumatore, obbligato durante il lockdown agli acquisti online ma anche con la voglia di poter riuscire ad avere i servizi tipici del negozio fisico. 

Il nuovo consumatore che esce dalla crisi pandemica è più cauto negli acquisti, più selettivo e attento, più consapevole e esigente ma soprattutto più digitale. Questo essere digitali ha permesso allo shopper di poter confrontare centinaia di articoli della stessa tipologia, confrontare la qualità e il prezzo, leggere le recensioni e la descrizione del prodotto e effettuare la scelta migliore per le sue esigenze. 

Da questo viene la nuova sfida per i negozi fisici, che non dovranno più essere un mero luogo di commercio ma dovranno proporre al nuovo tipo di consumatore emozioni, razionalità e dovranno necessariamente essere in grado di offrire il massimo nel minor tempo possibile. Il nuovo consumatore è veloce, sa scegliere meglio e molte volte si è già informato attraverso il web sul prodotto che desidera.

Il percorso perciò è segnato: il futuro delle attività commerciali sarà ibrido, cioè una nuova tipologia di negozio dove attraverso il corretto uso del digitale, possiamo rafforzare la densità di contatti col consumatore finale, in modo da aumentare la fidelizzazione. L’innovazione commerciale sarà sempre più incentrata sulla gestione della relazione con le persone. (Roberto Ravazzoni)

Dobbiamo tenere a mente un concetto importante: digitale non significa solo e-commerce, ma anche ingaggio del consumatore.

 

La crisi sanitaria ha fatto breccia anche nel consumatore più diffidente verso il mondo del web, anche perchè per molto tempo è stato il modo più veloce e sicuro di acquistare beni anche di prima necessità. 

Ma nel prossimo futuro assisteremo a un cambiamento nel rapporto con i prodotti, e quindi con i luoghi, che si sposterà soprattutto verso l’area del non-food. Inoltre si sta profilando anche una nuova tendenza sempre più social-shopping, soprattutto per quello che riguarda gli acquisti impulsivi.

Il nuovo paradigma del commercio sarà dunque un approccio che incroci canali fisici con canali digitali, che devono convivere e agire in simbiosi tra di loro. Si andrà sempre più verso un e-commerce di prossimità, dove il nostro prodotto può essere descritto, ordinato e ritirato attraverso diversi canali, anche quelli telefonici. La domanda di  consegna a domicilio sta continuando a crescere, anche per i negozi di prossimità che offrono un servizio e un prodotto di qualità e molte realtà sono cresciute in questo senso, anche perchè per vendere online e a distanza non occorre essere particolarmente strutturati.

È importante tenere a mente che questi nuovi modelli di commercio possono funzionare solo quando si ha la forza di rinnovare il proprio concetto di business e se si è in grado di cambiare o adattarsi alle nuove tecnologie. Per favorire la crescita ibrida l’acquisto online deve rappresentare anche un esperienza gradevole e non solo funzionale. 

Questa nuova tipologia di negozio può essere un modo per combattere la crisi economica causata dalla pandemie e una strategia di rilancio per le attività commerciali. La capacità di rapido adattamento delle attività produttive rappresenta un fattore critico per resistere e per competere.  Come dice Heinz Peter Halek “non è il grande che supera il piccolo ma il veloce il lento”.