Per poter continuare a essere competitive, le aziende, e soprattutto le attività del settore terziario, non devono solo innovarsi e reinventarsi, ma allinearsi ai nuovi trend di consumo. Il perdurare della pandemia, e le tensioni internazionali di quest’ultimo anno, hanno influito sempre più sullo stile e sulle scelte di vita di noi tutti. Non fanno eccezione abitudini e comportamenti di consumo che, forse, mai come negli ultimi tre anni sono stati caratterizzati da continui mutamenti.
In una situazione generale di estrema fluidità, le aziende si trovano di fronte alla necessità di analizzare e interpretare il cambiamento e trasformare il proprio modello di business per poter rimanere sul mercato in maniera efficace. A volte si può anche trattare di una trasformazione profonda e strutturale che implica, in alcuni casi, un ripensamento della propria identità e del proprio modo di fare impresa.
Lo abbiamo analizzato in maniera esaustiva durante questi ultimi anni, sono mutati i modelli di business, abbiamo trasformato il nostro store e modificato i nostri servizi, abbiamo rafforzato la presenza online, aggiornando le nostre attività alle nuove sfide di mercato. Sfide che sono sempre più mutevoli e imprevedibili. La pandemia e la crisi energetica ci hanno obbligato a ripensare profondamente il nostro modello di business e, oggi più che mai, il ruolo delle aziende del terziario, vero motore di traino economico degli anni più bui della pandemia, risulta particolarmente strategico in quanto, in un momento di radicali trasformazioni, sono tenute a trasmettere fiducia e credibilità attraverso modelli sempre più integrati, etici e sostenibili, in grado di essere reattivi alle richieste del mercato e di scalare in rapidità.
Un aspetto che noi operatori del terziario dobbiamo necessariamente tenere costantemente sott’occhio è l’evoluzione dei modelli di consumo. Questi vanno a definire gli stili di vita e i trend che i consumatori seguono in un determinato periodo storico, e sono sempre in evoluzione, rispecchiando anche i cambiamenti della società. In questi ultimi anni ne abbiamo visti di diversi, dai crescenti acquisti sulle piattaforme online durante il lockdown e le limitazioni imposte dal covid, al ritorno nei negozi di prossimità quando l’emergenza si è allentata, per ricercare merci e servizi di qualità in ambienti più friendly, sino ad arrivare a uno stile di consumo basato sulla sostenibilità ambientale e quanto più etico possibile.
Il consumatore oggi vuole sentirsi protagonista delle scelte e al centro dell’esperienza d’acquisto dove semplicità nelle operazioni di acquisto e piacevolezza dell’esperienza risultano i due desideri principali.
Secondo una ricerca di EY-SWG, tra le aspettative verso un brand cresce il ruolo dell’eticità verso dipendenti, fornitori e ambiente (34%) e sostenibilità della produzione (27%), anche se gli elementi centrali continuano ad essere la qualità (46%) e il prezzo (45%). La qualità, per il 76% del campione, è anche il principale valore per cui si è disposti a spendere di più per un bene o servizio, seguita da sostenibilità (65%) e innovazione (61%).
Nel rapporto con l’azienda per il consumatore è importante che il brand sappia esserci quando richiesto (respectfully always on) ovvero senza invasioni della sfera privata. Nello specifico, il 54% vorrebbe avere la possibilità di contattare il brand direttamente in modalità omnicanale per ottenere informazioni e il 51% vorrebbe essere seguito e supportato nel punto vendita.
Rispetto dell’ambiente, rispetto del consumatore, eticità, riduzione dei consumi, economia circolare, riciclo e risparmio dovranno essere le nuove parole d’ordine che dobbiamo imparare a conoscere e fare nostre. I clienti, sia i nostri fidelizzati, sia quelli potenziali, sono attratti sempre di più dalla sostenibilità a tutto tondo, e la nostra proposta dovrà muoversi su queste direttive. Oggi, infatti, avere una particolare attenzione alla sostenibilità e all’eticità, è visto dai consumatori come sinonimo di qualità dei prodotti offerti e serietà. Vero, a volte il consumatore ha una visione sbagliata di sostenibilità, ci potrebbe fare domande o richieste assurde, ma siamo noi che dobbiamo essere in grado di fornire la migliore risposta possibile a ogni suo dubbio legittimo.
Ebter Abruzzo è da sempre attenta alle tematiche etiche e ambientali e della sostenibilità, alla valorizzazione dei prodotti e dei servizi, alla qualità del nostro lavoro e di quello dei nostri collaboratori, che rappresentano una nuova sfida che noi addetti del settore terziario dovremmo affrontare e vincere, perché in gioco non c’è solo il nostro business, ma il futuro della nostra terra.