Sono giorni frenetici per il nostro Paese. La crisi di governo ha portato il presidente della Repubblica Mattarella a conferire l’incarico di presidente del consiglio al professor Mario Draghi, ex presidente della Banca d’Italia e della BCE. In questi giorni dopo le consultazioni con tutti i partiti politici rappresentati in Parlamento e con le parti sociali è nato il nuovo Governo. Sin dalle prime consultazioni è emersa la volontà, da parte di tutti i gruppi politici, tranne fratelli d’Italia, di rispondere positivamente alla chiamata del presidente della Repubblica, di dare una fiducia che vada oltre i credi politici, al presidente incaricato e all’esecutivo che ha presentato al paese. Le dichiarazioni e le perplessità sono via via cadute il nuovo esecutivo godrà di un ampissima fiducia trasversale di quasi tutti i membri della camera e del senato.
Il momento è enormemente delicato, la crisi sanitaria, come ha ribadito il presidente Mattarella, non è compatibile con i tempi tecnici necessari per indurre nuove elezioni e, la crisi economica ha bisogno di essere risolta subito, con un governo nel pieno delle sue funzioni. Sin da subito il presidente Draghi si troverà subito di fronte a queste sfide e, dalle prime dichiarazioni sembra intenzionato a imprimere una accelerazione al piano vaccinale e alla stesura del recovery plan (da presentare entro aprile), ma ha parlato anche di scuola e della necessità di rimodulare il calendario scolastico e risolvere il problema delle cattedre vacanti a settembre.
Uno dei quattro punti cardine del programma del presidente incaricato è una forte cornice europeista, e il richiamo all’atlantismo, ha detto il senatore del PSI Riccardo Nencini, che ha aggiunto anche che abbiamo una definizione molto più precisa del governo. L’impostazione è divisa in quattro punti: una forte cornice europeista e il richiamo all’atlantismo, riforme nella pubblica amministrazione, giustizia e fisco e, un’attenzione particolare al mondo del lavoro, orientata sia sul turismo sia sulla creazione di grandi infrastrutture (ansa). Perciò una visione progressista ma che non snaturi l’identità italiana, anzi che la rafforzi ulteriormente.
Anche se il programma di governo è di lungo periodo sarà necessario attivare tutto il possibile per contrastare efficacemente la pandemia di covid19 e salvaguardare le aziende e l’occupazione.
Per questo, l’incontro con le parti sociali, è un momento importante e simbolico. Non sappiamo ancora quali argomenti saranno trattati ma, presumibilmente, si parlerà della necessità di rifinanziare la cassa integrazione, di far partire al più presto il decreto ristori e di individuare un percorso di medio e lungo periodo per la rinascita economica del Paese.
Quasi sicuramente, almeno dalle dichiarazioni delle delegazioni dei partiti, verranno conservate e potenziate le riforme simbolo del governo Conte e del governo Conte-bis, come quota 100 e il reddito di cittadinanza, oltre al potenziamento della naspi e la volontà di ridurre o riequilibrare il gettito fiscale. Sicuramente il nuovo presidente del consiglio e la sua squadra di ministri avranno un compito non facile, ma molti osservatori pensano che le grandi competenze di Draghi possano essere fondamentali per una sintesi imparziale e che accontenti tutte le visioni.
Il presidente Draghi ha sciolto la riserva la sera del 11 febbraio e ha presentato la sua squadra di governo agli italiani. Sarà un governo tecnico – politico, che vede riconfermati dei ministri già presenti nel Conte bis, come Speranza alla salute e Di Maio agli esteri, mentre il mise va al leghista Giorgetti, e tutti i ministeri di peso vedranno una figura tecnica al loro comando. Di seguito la composizione del nuovo governo:
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
MINISTRI CON PORTAFOGLIO
Luigi Di Maio (M5S) agli Esteri
Luciana Lamorgese (tecnica) all’Interno
Marta Cartabia (tecnica) alla Giustizia
Daniele Franco (tecnico) all’Economia
Lorenzo Guerini (Pd) alla Difesa
Giancarlo Giorgetti(Lega) allo Sviluppo economico
Stefano Patuanelli (M5S) all’Agricoltura
Roberto Cingolani (tecnico) alla Transizione ecologica
Dario Franceschini(Pd) alla Cultura
Roberto Speranza(Leu) alla Salute
Enrico Giovannini (tecnico) alle Infrastrutture
Andrea Orlando (Pd) al Lavoro
Patrizio Bianchi(tecnico) all’Istruzione
Cristina Messa (tecnica) all’Università
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO
Federico D’Incà (M5S) ai Rapporti con il Parlamento
Vittorio Colao (tecnico) all’Innovazione tecnologica
Renato Brunetta (Forza Italia) alla Pubblica amministrazione
Mariastella Gelmini (Forza Italia) agli Affari regionali
Mara Carfagna (Forza Italia) al Sud
Elena Bonetti (Italia Viva) alle Pari opportunità
Erika Stefani (Lega) alle Politiche per la disabilità
Fabiana Dadone (M5S) alle Politiche giovanili
Massimo Garavaglia (Lega) al Turismo
SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
La composizione è inedita, è un governo di ampie intese, e all’osservatore più critico può creare malumori. Ma è un governo che ha un compito ben preciso, traghettare l’Italia al di fuori del tunnel della crisi economico-sanitaria-sociale che il covid ha creato. Le prime decisioni arriveranno appena ci sarà la fiducia del Parlamento e, da quel momento, il governo potrà esercitare a pieno le sue funzioni. Il primo nodo da sciogliere sarà quello dei ristori e degli aiuti all’economia ma, anche, le possibili limitazioni o riaperture. Ricordiamo che la mobilità tra regioni è vietata sino al 25 di febbraio mentre il via libera all’apertura degli impianti sciistici è stato spostato al 5 marzo.
Non sappiamo ancora come si evolverà la situazione, diverse regioni, compresa la nostra, sono ancora in zona arancione, con alcune aree, come Pescara e Chieti in zona rossa, a causa di un nuovo aumento dell’indice rt e della saturazione imminente dei posti letto ospedalieri. Quello che ci auguriamo è che il nuovo esecutivo sappia rispondere alle problematiche con ancora più forza e determinazione di quello precedente, rafforzando il piano vaccinale e, nel contempo, lavorare per soluzioni immediate a sostegno dell’economia.