Nell’articolo precedente abbiamo visto come potrebbe impattare sul nostro settore un eventuale introduzione di un salario minimo per legge. Dobbiamo essere chiari un’altra volta, le critiche al salario minimo ci saranno sempre, come sempre ci saranno le lodi all’introduzione di questo strumento.
In questi giorni caratterizzati dalla campagna elettorale, stiamo vedendo nei programmi di alcuni partiti l’idea della riduzione dell’orario lavorativo. Insieme al salario minimo, la riduzione della quantità di lavoro è un argomento che merita un approfondimento, soprattutto per cercare di capire se questa proposta è realizzabile anche nel settore terziario e dei servizi.
Professionalizzazione e formazione continua
A differenza dei settori industriale e manifatturiero, dove il lavoro è organizzato per processi produttivi con un’analisi meticolosa di tempi e metodi, il nostro settore lavora con le persone, cercando di offrire un servizio fruibile a quanti più avventori possibili. Parlare di un eventuale riduzione dell’orario di lavoro nel terziario è un esercizio mentale complicato; infatti per ragionare in questa direzione dobbiamo tenere in considerazione due importanti fattori: la professionalizzazione e la disponibilità di lavorare a turni dei nostri collaboratori.
Ne abbiamo già parlato: la formazione continua diventerà un’arma importantissima per affrontare le future sfide del mercato. Un collaboratore costantemente aggiornato e formato può svolgere determinate mansioni in un tempo minore, e con più efficienza, rispetto a un collaboratore non adeguatamente formato. Una maggiore efficienza lavorativa permette di svolgere più agevolmente le mansioni, massimizzare il profitto e curare maggiormente il rapporto col cliente usando tecniche utili e nel minor tempo possibile. In questa ottica, una riduzione delle ore lavorative è fattibile, perché il nostro collaboratore potrà raggiungere più agilmente gli obiettivi prefissati.
Lavorare per turni, coprire la giornata
Le attività del terziario sono essenzialmente di servizi, dove la presenza del pubblico è fondamentale. Infatti i nostri orari e giorni lavorativi differiscono da tutti gli altri settori; i negozi sono aperti quando la maggioranza delle persone è a casa o in ferie. Ridurre l’orario lavorativo nel nostro settore equivale a riorganizzare la giornata, gli orari dei nostri collaboratori, gli orari di apertura al pubblico e gli obiettivi da raggiungere. Soprattutto per quest’ultimo motivo la professionalizzazione e la formazione continua, con un attenzione alle strategie di vendita, diventa fondamentale per un eventuale riduzione dell’orario lavorativo.
La possibilità di ridurre l’orario lavorativo è un tema complesso. Infatti ogni settore avrà diverse criticità da risolvere e avrà bisogno di una organizzazione ad hoc per riuscire a far coincidere la riduzione oraria con la maggiore produttività. In quest’ottica un intervento dall’alto, come potrebbe essere quello del salario minimo, è praticamente impossibile. Ogni attività, ogni settore, dovrà essere considerato a sé stante e un eventuale intervento calibrato in base all’attività svolta.
Ebter Abruzzo monitora costantemente la situazione del settore terziario e delle proposte che possono ricadere sui nostri associati, cercando di riportare un’analisi puntuale e gli spunti per affrontare meglio queste eventualità ed essere sempre aggiornati sulle nuove sfide che il mercato del lavoro ci mette davanti.