Anche questa Pasqua è passata e, nonostante il periodo che stiamo vivendo, abbiamo avuto la conferma che il terziario è il settore trainante di questi primi mesi del 2023.
Ma come è andata veramente questa Pasqua?
Partiamo col dire che le abitudini dei consumatori nel periodo pasquale sono influenzate dalle tradizioni religiose e culturali.
In generale, durante la Pasqua si tende ad aumentare la spesa per gli acquisti di prodotti alimentari e dolci tipici delle festività, come uova di cioccolato, colombe, pastiere, agnelli e altri prodotti alimentari stagionali.
Inoltre si assiste ad un aumento della frequenza di viaggi e trasferte in famiglia.
Negli ultimi anni, come abbiamo già visto, le abitudini dei consumatori sono comunque cambiate, e sono aumentati gli acquisti di prodotti biologici, vegani e senza glutine. Inoltre, l’attenzione alla sostenibilità è diventata un tema importante: sempre più persone tendono ad acquistare prodotti eco-friendly, sostenibili e a km0.
Da quello che possiamo vedere, in questa Pasqua 2023, è risorto anche il turismo e abbiamo la consacrazione del settore del terziario e dei servizi come settore trainante del PIL italiano. Bastava guardarci in giro per capire che il nostro settore sta vivendo uno stato di grazia, con alberghi, strutture ricettive, negozi, ecc.., che sono andati verso il tutto esaurito.
Vero, i due anni precedenti, segnati dalla crisi pandemica, hanno fatto aumentare la voglia di godere appieno di questo periodo, e la rinnovata possibilità di rivedersi in famiglia, o con gli amici a pasquetta, hanno portato a un aumento dei consumi, soprattutto per quel che riguarda i generi alimentari.
Per quel che riguarda il turismo e gli spostamenti, Pasqua 2023 ha contato circa 12 milioni di persone che hanno deciso di passare il lungo weekend fuori casa. Il 95% di questi ha deciso di stare nel territorio nazionale, privilegiando il relax e il riposo come scelta primaria.
Questa grande mobilità si è riversata sui luoghi tipici di vacanza, come mare, montagna o città storiche, anticipando di qualche settimana l’apertura della stagione estiva e permettendo alle attività del terziario di avere un surplus lavorativo importante. Vero, il prezzo da pagare è lavorare durante le festività, ma con la giusta organizzazione e attenzione non è stato un peso eccessivo.
Ma quanto hanno speso gli italiani a Pasqua?
Secondo i dati di Federalberghi la spesa media pro-capite è stata di 535 euro (un po’ meno per chi è rimasto in Italia, 792 euro per chi è andato oltre confine), e il giro d’affari del turismo di Pasqua ha superato i 6 miliardi di euro. C’è da considerare anche un altro dato, evidenziato da Federalberghi e legato al caro prezzi: quasi la metà dei vacanzieri (47,2%) ha deciso di ridurre la spesa per questa vacanza proprio a causa dell’inflazione. La gran parte della spesa dei viaggiatori è stata naturalmente destinata ai pasti (30,7%) e al viaggio (25,9%). L’alloggio ha assorbito il 22,9% del budget, mentre allo shopping è stato destinato l’8,1%.
Il dato che maggiormente ci interessa è quello della spesa per lo shopping e per i servizi in generale. Non è un dato eloquente, ma comunque importante, che può farci pensare che il nostro settore gioverà ancora di questa situazione di serenità ritrovata. Da parte nostra dobbiamo fare in modo che l’offerta e i servizi che proponiamo siano sempre desiderabili, cercando di offrire quanta più qualità possibile e cercando di contenere i rincari inflazionistici.
Tutte le nostre scelte, come operatori del terziario, devono essere sempre ponderate, oltre a mettere al centro il nostro cliente e il consumatore in generale. In questo modo, attraverso anche le riflessioni e gli spunti offerti da Ebter Abruzzo, potremo organizzare meglio le nostre attività e continuare a crescere sulla spinta positiva del momento.