Nell’ultimo ventennio l’uguaglianza tra donne e uomini nel mondo del lavoro ha visto sicuramente dei progressi molto incoraggianti, anche se per le donne il mondo del lavoro è ancora ricco di difficoltà, sfide, ma anche nuove opportunità da poter sfruttare. È stato fatto tanto, vero, ma non ancora abbastanza per assicurare una completa uguaglianza, sia per quel che riguarda la parte salariale sia per quel che riguarda la possibilità di concorrere per certi ruoli.
Intendiamoci, queste disparità vanno ricercate in diversi ambiti della vita di tutti i giorni, nella cultura e nella società. La prima grande occasione per le donne di muovere i primi passi verso una maggiore emancipazione c’è stata allo scoppio della seconda guerra mondiale; infatti, durante la guerra, le donne sperimentano per la prima volta un distaccamento delle figure maschili e si trovavano a gestire delle proprietà e a dover cercare un’occupazione per il mantenimento della famiglia.
Col passare del tempo, grazie a tutte le lotte per l’emancipazione femminile, siamo arrivati in una situazione nella quale le donne hanno quasi ovunque pari dignità rispetto ai loro colleghi maschi, almeno sulla carta. Infatti permangono ancora molti problemi, tra i quali sicuramente il più gravoso è quello di poter coniugare il lavoro, la maternità e la famiglia.
La nostra riflessione cercherà di spiegare come nel mondo del lavoro odierno è ancora troppo difficile conciliare questi aspetti.
Se prendiamo il punto di vista dell’imprenditore naturalmente cercherà una figura che possa permettere una continuità lavorativa nell’arco degli anni senza interruzioni, soprattutto in questo momento di difficoltà nel reperire personale. Se invece guardiamo il punto di vista di chi, giustamente, vuole costruirsi una famiglia, ci troviamo nell’impossibilità di cercare o di candidarsi in posti di lavoro importanti perché, spesso, totalmente incompatibili con una maternità o un’assenza prolungata dal luogo di lavoro.
Una prima soluzione a queste problematiche la ritroviamo in un esempio di welfare aziendale che ci dà la luxottica. Infatti l’azienda è stata tra le prime nel nostro Paese a introdurre strumenti a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per i propri collaboratori, dalle misure di work-life balance e di flessibilità oraria, alle forme di sostegno per i neo genitori, dalle borse di studio ai corsi di formazione per i figli dei dipendenti. Questo schema ha permesso di conciliare sempre più la maternità e il lavoro all’interno dell’azienda.
Anche noi di Ebter Abruzzo, attraverso i contributi che eroghiamo, cerchiamo di rendere meno gravoso il conciliare il mondo del lavoro con la famiglia.
Infatti, quando parliamo di problemi nell’unire famiglia-maternità-lavoro, non dobbiamo pensare assolutamente solo al lavoro dipendente, ma anche, e soprattutto, alle lavoratrici autonome, troppo spesso dimenticate da questo sistema.
Le lavoratrici autonome del terziario lo sanno bene, la gioia di avere un figlio viene strozzata dal pensiero che subito volge alla nostra attività. Da quel momento parte una vera e propria maratona organizzativa, dalla ricerca di un eventuale aiuto, all’organizzazione del lavoro e dei clienti, a come riuscire a conciliare i primi mesi del bambino, al cercare di ottenere il (sacrosanto) sussidio che l’inps ci riserva. Molte di noi torneranno a lavoro appena partorito, portandosi dietro il bambino o lavorando nei momenti nei quali dorme o non ha bisogno della nostra vicinanza. Purtroppo, il sistema non è corretto, deve essere adeguato e bisogna dare la pari dignità a tutte le mamme lavoratrici, sia dipendenti che autonome.
Qui a Ebter Abruzzo conosciamo bene il problema. La famiglia, la maternità, deve essere un diritto riconosciuto a chiunque, senza distinzione se autonome o dipendenti.Per riuscire a conciliare lavoro e maternità, spesso, ci rivolgiamo agli asili nido, ma non sono gratis e, per non far diventare antieconomica questa spesa, bisognerebbe riservare dei contributi all’iscrizione, sulla falsa linea di quelli che Ebter Abruzzo già propone per quel che riguarda la mensa scolastica, i libri di testo, le attività sportive o i campus estivi.
La questione femminile è ancora un argomento complicato, che suscita sempre divisioni e dibattiti. Noi, da sempre sensibili a questa tematica, cercheremo di essere parte attiva nella tutela che le nostre associate devono avere per poter conciliare maternità-lavoro-famiglia.